Il sodalizio rappresenta un’importante realtà nel panorama vitivinicolo regionale ed è rinomata a livello nazionale e internazionale per la qualità dei suoi prodotti. L’azienda è attualmente proiettata in un ampio progetto di innovazione che abbraccia diversi campi. Una pianificazione virtuosa disegnata attraverso l’evoluzione e la modernizzazione nel rispetto della tradizione, dell’ambiente e del passato. Solo un’azienda ben strutturata e seria riesce a dare certezze ai clienti.
Quali sono i numeri della struttura?
La nostra azienda conta su circa 250 viticoltori associati che coltivano circa 320 ettari con una produzione di uve che si aggira, senza gravi contraccolpi meteorologici, sui 60/80 quintali ad ettaro. La nostra capacità di trasformazione raggiunge i 25.000 quintali all’anno e la potenzialità di imbottigliamento è pari a 4.500 bottiglie l’ora.
La sua direzione non è stata molto fortunata per quanto concerne la raccolta delle uve.
Le ultime tre annate sono state caratterizzate da una severità di eventi che hanno gravemente compromesso la nostra produzione. Abbiamo registrato nel 2017 un’eccezionale gelata, abbiamo subito una generale aggressione di peronospora nel 2018 e, infine, abbiamo patito una gelata salata nel 2018. Le ripercussioni sulle vendemmie sono state Ad una produzione media di 18/20 mila quintali ha fatto da contraltare una raccolta nel triennio rispettivamente di 5.000, 12.000 e 5.000 quintali.
Quali sono le conseguenze?
La forte contrazione del prodotto ha condizionato la possibilità di accontentare i nostri abituali clienti e ha determinato gravi ripercussioni anche a livello psicologico e spingere gli operatori a non impegnarsi con la consueta applicazione.
Può illustrare le direttrici della sua azione?
Giogantinu è da sempre una marchio di eccellenza che ha ottenuto credito dai consumatori evitando pratiche speculative e di corto respiro. Occorre, però, investire sulla tecnologia per primeggiare su un mercato sempre più competitivo e per migliorare la qualità e la pregevolezza dei prodotti. Abbiamo di recente effettuato un cospicuo investimento acquistando un filtro tangenziale. Attualmente siamo una delle poche cantine in Sardegna a disporre di uno strumento che sostituisce vecchi e antiquati trattamenti e garantisce un’uscita naturale del vino.
l suoi rapporti con il consiglio di amministrazione e con il personale?
Ottimi sotto tutti i punti di vista. Mi sono trovato bene sotto l’aspetto dei rapporti personali e sotto il profilo professionale. Da parte mia ho cercato di superare il pregiudizio fondato sull’errata convinzione che occorre essere viticoltori per dirigere una cantina.
E con l’enologo?
Tutta la nostra produzione è seguita con particolare cura e attenzione da un luminare del campo: il dott. Enzo Michelet. Il suo studio è all’avanguardia nel mondo e garantisce una produzione fortemente caratterizzata e pregiata. Senza dimenticare che la qualità scaturisce da una virtuosa coltivazione dei vigneti. Non può esserci un buon vino senza una meticolosa ed ottimale coltura delle uve.
Oggi tutti riscoprono le tematiche ambientali. Quali provvedimenti avete assunto in questo campo?
Investire in buone pratiche ambienta- li è un modo per migliorare il mondo in cui noi e i nostri figli viviamo. Gli investimenti in questo settore rappresentano, allo stesso tempo, un modo per ottenere una visibilità ed un apprezzamento da parte dei mercati. l clienti, infatti, chiedono sempre più una tutela ambientale da parte delle aziende. Abbiamo di recente ottenuto la certificazione ambientale ISO 14.000 attraverso l’adozione di strategie che limitano gli sprechi e l’impegno di risorse che riducono i costi nel rispetto dell’ambiente. Ricordo a questo proposito la realizzazione di un impianto fotovoltaico di ultima generazione che ci consente di risparmiare energia e di disporre di maggiori risorse per gli investimenti ambientali e produttivi.
Avete lanciato delle nuove etichette sul mercato?
Siamo l’unica azienda a produrre un vermentino di Gallura DOCG biologico: il Lughente. Tra i presupposti indispensabili per la sua produzione occorre ricordare l’assenza di pesticidi e di fitofarmaci nella sua coltivazione e nella fase di vinificazione. Abbiamo iniziato a commercializzare questo prodotto la scorsa stagione e abbiamo conquistato il mercato grazie a intrinseche e peculiari caratteristiche: freschezza, delicatezza, aromi e profumi. Sono particolarmente orgoglioso del Krios un vermentino di Sardegna DOC dal gusto molto gradevole. Nato a seguito della prima gelata (krios deriva dal greco e significa freddo) si distingue per freschezza, snellezza e particolarità degli aromi. A novembre ha fatto il suo debutto sul mercato un Cannonau DOC ben strutturato che si abbina felicemente con i primi piatti, gli arrosti e i formaggi.
Senza dimenticare – aggiungiamo a conclusione di questa simpatica chiacchierata – la vasta gamma di prodotti storici e ormai affermati e rinomati che nascono da semplici, ma eterni principi: l’amore per la terra, la cura dei vigneti e il desiderio di migliorarsi sempre per crescere economicamente, socialmente e culturalmente.
Articolo su “Piazza del Popolo, a. XXV, n. 6 [154]- dicembre 2019 – p. 10